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Come alimentare i pedali per chitarra

Spesso noi chitarristi ci troviamo a investire il nostro budget in una bella chitarra, un bell’amplificatore e dei bei pedali. Poi succede che, quando colleghiamo tutto, ci siano ronzii e rumori fastidiosi. Come mai? Probabilmente perché non abbiamo investito in un alimentatore di alta qualità per i pedali.

Ok: non sempre succede così, bisogna fare delle valutazioni su che pedali stiamo utilizzando: sono analogici o digitali? Sono collegati nel send/return dell’amplificatore o in catena uno dopo l’altro?

C’è anche da dire che a volte possono anche non esserci dei problemi evidenti, ma fidatevi che un alimentatore buono farà comunque la differenza nella pulizia generale del segnale.

Come scegliere il prodotto più adatto?

Partiamo dalla base: se la catena effetti è composta solo da overdrive analogici, allora un alimentatore semplice, ma comunque di ottima fattura, come il Truetone One Spot potrà bastare: eroga 1700 mA di corrente, quindi potrebbe alimentarne anche un centinaio di overdrive (forse meglio non provare comunque!) e con i suoi cavetti per la “daisy chain” si possono collegare pedali multipli alla stessa sorgente. In particolare, Truetone offre l’MC2, l’MC5 e l’MC8: i numeri nei nomi prodotto indicano la quantità di uscite della daisy chain.

Tuttavia, oggi giorno sono molto diffusi i pedali digitali. Questi, oltre ad avere un assorbimento di corrente molto alto, devono assolutamente essere alimentati per conto loro. Si può usare tranquillamente più di un One Spot, oppure gli alimentatori che alcuni marchi come Strymon, per esempio, includono assieme al prodotto: ci si troverà però a fare un sacco di attacca/stacca ogni volta che si suona, oppure ad avere una tanto pratica quanto inelegante ciabatta nella pedaliera.

È qui che entrano in gioco gli alimentatori con uscite isolate: si va a prendere lo scenario appena descritto di un alimentatore per ogni pedale, ma tutto concentrato in un unico prodotto che permetta una gestione dei cavi molto più ordinata e che possa anche essere fissato sotto la propria pedaliera, se si usano strutture tipo quelle offerte da Pedaltrain.

Fino a pochi anni fa gli alimentatori usavano trasformatori, ma il risultato erano degli scatolotti pesanti, con una capacità di erogazione della corrente tutto sommato limitata e che potevano creare interferenze con pedali specifici, tipo i wah wah, nonostante tutti i benefici sopra descritti. Ora invece i produttori stanno investendo nella tecnologia “switching” (la stessa usata nel One Spot) che utilizza la commutazione ad alta frequenza di componenti elettronici come MOSFET, anziché i trasformatori. Questo cambio di rotta ha permesso di ridurre le dimensioni e aumentare drasticamente il potere degli alimentatori, oltre che aggiungere versatilità, con la possibilità di scegliere se ogni uscita abbia una tensione a 9 o 18 volt, per esempio. Inoltre, questa nuova generazione di alimentatori accetta qualunque tensione in ingresso: comodo per chi ha il privilegio di suonare un mese in Europa e quello successivo oltre oceano.

Alcuni produttori come Cioks hanno addirittura aggiunto ai propri alimentatori delle specifiche porte a 24 volt che non servono ad alimentare direttamente i pedali, ma a collegare delle estensioni che hanno a loro volta altre uscite isolate. Quindi, tanto per rendere l’idea con un esempio, se si utilizza un Cioks DC7 e a esso vi si collega un Cioks 8 Expander, avremo in totale ben 15 uscite isolate, ognuna con tensione selezionabile tra 9, 12, 15 o 18 volt e da ben 660 mA (a 9 volt; l’amperaggio va a scalare aumentando la tensione). Il tutto con due dispositivi che possono stare sotto a una Pedaltrain Nano per quanto sono sottili. Qualora non dovessero bastare, si può continuare a fare ponte con altre estensioni: Cioks, oltre all’8 Expander, offre anche il 4 Expander, oppure altri marchi quali Strymon e Walrus stanno usando questo standard e quindi si può usare ciò che risulta più adatto alle proprie esigenze.

Per concludere, non c’è uno scenario giusto e uno sbagliato in assoluto: bisogna valutare quali pedali si stiano utilizzando. Quindi, per esempio, vale sempre che gli overdrive non risentiranno molto delle daisy chain, permettendoci, volendo, di alimentari più pedali da una singola uscita dell’alimentatore, preservando così le altre uscite per i vari Strymon o Universal Audio.